agosto 2014

Nel mondo della scrittura, particolare importanza hanno i premi letterari. Celebrazione delle migliori opere dell'anno in corso, sono stati tacciati spesso e volentieri di essere solo degli specchietti per le allodole e di premiare non tanto il talento, ma più che altro sapienti manovre di marketing.

Ma in questo spazio lascio da parte polemiche sterili e mi concentro su quello che rappresentano e sul riconoscimento che danno del valore di autori e opere.

Premio Nobel


Assegnato dall'Accademia di Svezia, viene consegnato nel mese di dicembre.

Vincitore 2013: Alice Munro (Canada), con la motivazione "maestra del racconto breve contemporaneo".

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Premio_Nobel_per_la_letteratura


Premio Pulitzer



Assegnato dalla Columbia University di New York, nel mese di aprile, ad un'opera di narrativa di un autore statunitense, che tratti in preferenza della vita americana.

Vincitore 2014: Donna Tartt - Il cardellino (The Goldfinch)

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Premio_Pulitzer_per_la_narrativa

Man Booker Prize

Assegnato dalla Booker Prize Foundation, al miglior romanzo in inglese, scritto da un cittadino del Commonwealth delle nazioni, dell'Irlanda e dello Zimbabwe.

Vincitore 2013: Eleanor Catton - I luminari (The Luminaries)

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Man_Booker_Prize

Una saga familiare potente, un libro sempre attuale e magico, definito come l'opera più importante in lingua spagnola dopo il Don Chisciotte di Cervantes.
Impossibile non lasciarsi catturare dalla magia sudamericana, da quest'atmosfera di calore e languidezza e magia. Perchè in questo romanzo c'è tutta l'anima sudamericana, come probabilmente proprio questo romanzo ha contribuito a creare.
Attraversiamo l'intera storia della famiglia Buendìa e di tutti i suoi componenti, dal patriarca Jose Arcadio Buendia e la matriarca Ursula che fondano la città di Macondo; passando attraverso sette generazioni di uomini chiamati Jose Arcadio o Aurealiano e donne dall'animo forte e dalla bellezza sovrumana.
Cornice di tutta la storia e finale spiegazione, la figura magica e onnisciente dello zingaro Melquìades, l'uomo che ha superato varie morti fino a lasciare alla famiglia una raccolta di appunti, che si scopriranno essere scritti in sanscrito, che narrano la storia della famiglia cent'anni dopo.
Gli eventi della famiglia sembrano seguire una sorta di traiettoria circolare, dove tutto torna, dove tornano le personalità nei vari Aureliano e Josè Arcadio, dove ci si lascia infiammare da forti passioni sessuali, dove la conduzione della casa è retta da donne toste e tutte longeve.
La magia, il magico, pervade tutto il romanzo ed è strettamente connesso al quotidiano, tanto che sembrano due piani assolutamente equilibrati tra di loro, quasi normali. Amaranta che predice la sua morte, il fantasma di Prudencio che diventa quasi un amico di colui che lo uccise, i fiori e le farfalle gialle che compaiono alla presenza dell'amore. Per non parlare della salita al cielo di Remedios la Bella, un fatto tra il magico e il mistico.
Un romanzo pieno, un romanzo magico, un romanzo bellissimo.

Gabriel Garcìa Màrquez
Cent'anni di solitudine
Mondadori
Euro 5


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A powerful saga, a forever magical and present book, called the most important book written in Spanish language after the Don Quijote by Cervantes.
It's impossible to not being captured by the South American magic, by that atmosphere of warmth and a kind of lassitude. Because in this novel there is the whole South American soul, as probably this own novel contributed to create.
We go through the story of Buendìa family and of all his members, from the patriarch Jose Arcadio Buendìa and the matriarch Ursula who founded the city of Macondo; passing through seven generations of men called Jose Arcadio or Aureliano and strong and beautiful women.
In the background and final explanation, the magic and omniscient gypsy Melquìades, the man who went beyond several deaths until leaving the family a collection of notes, written in Sanskrit, predicting the story of the family.
The events in the family look like a kind of circular path, where everything returns, the characters of the severals Aureliano and Jose Arcadio, where people let themselves burnt by strong sexual desires, where the family is run by strong and long-lived women.
The magic invade the entire novel and it's bound to the daily life, they look like so complementaries, so normal. Amaranta predicts her death, Prudencio's ghost who becomes a friend of who killed him years ago, yellow flowers and butterflies where there is true love. Not mentioning yet the "Assumption" of Remedios The Beauty, between magic and mysticism.
A full, magic, powerful, beautiful novel.

I libri del signor Barreau sono delle fiabe. Delle poesie. Sono magici, perfetti. La fascetta recita "Questo libro ti farà felice". Io aggiungo, questo libro vi renderà sognanti e sognatori. E vi verrà un'incredibile voglia di partire per Parigi, immediatamente, e mettere in valigia solo gonnelline svolazzanti, cappotti rossi, giacche maschili e foulard di sete.
Perchè non so quale sia il potere nella penna di Monsieur Barreau, ma esiste.
Ho letto tutti i suoi libri, ogni volta è un finirli in un giorno solo, ogni volta è un non riuscire a staccarsi dalle pagine del libro, avvinti dalla magia parigina e dall'amore.
Tra cinema e amore, incredibili coincidenze e ponti galeotti, questo libro avrà potere su di voi. E vi farà molto felici.

Nicolas Barreau
Una sera a Parigi
Feltrinelli
Euro 15


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The books written by Monsieur Barreau are fairytales. Poems. They are magical, perfect. The cover tells "This book will make you happy". In my opinion, this book will make you dreamy and dreamers. And you'll have an extraordinary need to leave for Paris, right now, and pack just fluttering skirts, red coats, jackets and silk scarf.
I don't really know what's the power in the pen of Monsieur Barreau, but it does.
I've read all his books, everytime I devour them in just one day, everytime I can't help myself to leave the pages, clung by Parisian magic and love.
Cinema and love, amazing coincidences and matchmaker bridges, this book will have power over you. And it will make you very happy.

E dai, ogni tanto un bel libro un po' divertente ci vuole! E questo qui, beh, é super divertente! Dopo averlo finito, tra l'altro pure un sabato sera, sarei uscita e avrei chiesto a Roddy Doyle di prendere una pinta con me. A parlare della famiglia reale (- Ma quale? - Quante ce ne sono!!! - Ce l'hanno in Norvegia! - Dove sta la Norvegia? - Boh... Africa?), di calcio anche se io non ne capisco molto ma vabbé, di Schettino e Berlusconi, e lì sì, ok, mi vergogno un po'.
In questo libro c'è politica estera, scienza (fatemi conoscere il piccolo Damien!), pettegolezzi, relazioni umane, ma soprattutto l'amicizia di due uomini e i loro discorsi su tutti gli aspetti della vita. Un trattato di sociologia e storia irlandese direi, con quel po' di lirismo che solo la Guinness ti sa dare.
Spassosissimo!

Roddy Doyle
Due pinte di birra
Guanda
Euro 14


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Come on, sometimes it's good time for a funny book! And this one is super funny! After the last page, amongst other things even a Saturday evening, I would like to go out with Roddy and ask him to drink a beer with me. Sitting next to him, talking about the Royal Family (- Which one? - How much do you know!! - Norway? - Where is Norway? - I don't know... Africa?), soccer, even if I don't understand it much but whatever, about Schettino and Berlusconi, and yes, I feel ashamed a little bit.
In this book there is foreign policy, science (I want to meet Little Damien), gossip, human relationship, but more the friendship of two men and their speeches on every aspect of life. An essay of sociology and Irish history, with that lyricism that only a good pint of Guinness can give.
Super hilarious!!

Dopo aver letto "Una principessa in fuga" della stessa autrice,
che per quanto carino è sempre una fiaba, volevo leggere quello che mi venne consigliato come uno dei suoi libri più interessanti e rappresentativi.
Lettere di una donna indipendente è un epistolario. All'inizio del libro la protagonista, Rose Marie, è la felice innamorata di Roger, ragazzo inglese conosciuto durante la sua permanenza nella città di Jena. Roger proviene da una famiglia ricca e il padre non vede di buon occhio di matrimonio con Rose-Marie, in quanto povera e non avente antenati di rilievo. Roger è così costretto a rompere il fidanzamento e a promettersi a un'altra ragazza, Miss Cheriton, di buona famiglia. Il rapporto tra i due cambia e anche il tono delle lettere: ora Rose Marie si rivolge a lui come Caro Mr Anstruther e gli si rivolge dandogli del voi. Ma potrebbe succedere qualcosa che cambierà di nuovo le carte in tavola e costringerà Rose-Marie a cambiare ancora una volta.
Credo che stabilire un rapporto con una persona che hai amato, una volta che l'amore è finito, sia una delle cose più difficili del mondo. Tra l'ultima lettera da "fidanzata" e la prima da "amica" vi è un intervallo di tempo che sarà stato dedicato a curarsi le ferite e a capire, nel profondo del proprio animo, come voler continuare e se continuare o no un qualsivoglia rapporto con l'altro. Perchè quando rimane l'apprezzamento intellettuale per quell'altra persona e il piacere di scambiare idee e ragionamenti, è difficile riuscire a tagliare definitivamente i ponti.
Ma non riesco a togliermi dalla mente il tarlo che forse il cuore non è poi così lontano e indipendente... il rifiuto di sentir parlare dell'altra, inspiegabile se si guarda dal punto di vista di una vera amicizia; il punzecchiare l'altro, che mi ricorda tanto una tattica sottile per ottenere una reazione e un pochino punirlo. Sono sicura che nell'intento dell'autrice era mostrarci la storia di una donna che supera l'amore e riesce comunque a portare avanti un rapporto intellettuale con l'altro, e forse sarà riuscita a convincere la maggior parte delle sue lettrici, ma nella mia testa i dubbi persistono.


Elizabeth Von Armin
Lettere di una donna indipendente
Bollati Boringhieri
Euro 19


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Atfer the reading of "Princess Priscilla's Fortnight" by the same writer, really cute but it's a kind of fairytale, I wanted to read abook that a lot of people suggested me as one of her most interesting and representative books.
Letters of an Independent Woman is a a collection of letters. At the beginning, the main character Rose Marie is happily engaged with Roger, an English young man met during his stay in the city of Jena. Roger descends by a rich family and his father not looks kindly upon the engagement with Rose Marie, poor and without any personage ancestor. Roger is compelled to break up with her and being engaged with another girl, Miss Cheriton, from a better family. The relationship changes and so the tone of letters: now she is less tender and calls him Mr Anstruther. But something could happen that will change again everything.
In my opinion, relating with a person who once you loved, as soon as that love is over, is one of the most difficult things in life. Between the last letter as "girlfriend" and the first one as "friend" there is a period of time, probably dedicated to nurse her own wounds and understand, in the depth of her soul, how to continue and, more important, if continue or not any kind of relationship with him. Because, When there is still an intellectual compatibility and the pleasure to exchange ideas and thoughts, it's difficult to burn bridges for good.
But, I cannot help but stopping a seeds in my mind that maybe the heart is not so far away and indipendent... the rejection of reading things about the other girlfriend, inexplicable if looking from the point of view of a true friendship; teasing the other one, it remembers me so much a strategy to obtain a reaction and a little bit a punishment. I'm pretty sure that the writer wanted to show us a woman who overtakes love and manages to carry on an intellectual relationship, and maybe the writer persuaded the most part of the readers, but in my mind I'm still not sure.

Probabilmente la più famosa opera teatrale di Oscar Wilde. Io stessa credo questa sia almeno la terza volta che la leggo, e ogni volta la trovo incredibilmente intelligente e brillante.
La spiegazione del titolo, nella lingua originale inglese, è la somiglianza nella pronuncia tra il nome "Ernest" e l'aggettivo "earnest" che vuol dire sincero, fervido, dedicato. Tutte doti del perfetto marito a cui aspirano Guendalina e Cecilia, le quali sono assolutamente convinte che l'unica cosa che importi nel matrimonio sia sposare un uomo di nome Ernesto. Di tutt'altro avviso invece la temibile Lady Bracknell, madre di Guendalina, che ambisce ad avere un genero alla moda e di buona rendita.
Così, i due Agenore e Worthing sono ben intenzionati a dover ricorrere a un secondo battesimo per fare felici le donne che amano. Ma nel mondo di Oscar Wilde c'è sempre una sorpresa dietro l'angolo...
Io adoro Oscar, il suo essere così witty, il suo essere la persona più brillante e intelligente e ironica e così inglese (lui nato irlandese) di tutti. Non si finirà mai di elogiare il suo spirito e la sua grandezza. E non sarà mai abbastanza.

Oscar Wilde
L'importanza di essere Onesto
Newton Compton Editori
Euro 1.90


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Probably the most famous theatrical performance written by Oscar Wilde. I think is the third time I read it, and every time is so smart and brilliant.
The explanation of the title, in the original language, is the same pronounce of the name "Ernest" and the adjective "earnest", that means honest, heartfelt, devoted. Qualities of the perfect husband for Gwendolen and Cecily, who are sure that the only thing that matters in marriage is a husband called Ernest. Quite another opinion has the dreadful Lady Brackwell, Gwendolyn mother, yearning for a smart and rich son-in-law.
So, Agenore and Worthing are well-intentioned to have a second baptism to make happy the women they love. But in the wild Wilde's world, there is always a surprise just around the corner...
I love Oscar, his being so witty, his being so smart and brilliant and ironic and English (although he is Irish). The world can't stop applaud to his greatness. Never enough.

"É facile essere felici, se sai come farlo"... Ci piacerebbe, eh?
Non posso proprio dire che il titolo di questo libro non sia accattivante. Credo di aver iniziato a leggerlo proprio per quel motivo, e vabbè, é primavera, anche per le farfalle in copertina. Però alla fine, per quanto si parli di epicureismo, credo che la filosofia di Epicuro non sia quell'edonismo che molto spesso ci viene in mente quando lo nominiamo. No, anzi, lui parla di essere felici senza che i nostri bisogni inutili prendano il sopravvento. Che un pasto semplice può essere alla stessa altezza di un pranzo cucinato dai migliori chef, se solo noi sapessimo essere felici. É quasi un accontentarsi delle piccole cose, niente droga, sesso e rock'n'roll come invece saremmo portati a pensare. Tutto quello di cui abbiamo bisogno sono saggezza, onestà e giustizia. Sono con questi nella nostra vita saremo felici. Mica facile, lo ammetto.
La mia massima preferita, forse perché mi trovo nella situazione di tanti trentenni italiani ancora non indipendenti, é questa:
"Il maggior frutto dell'autosufficienza é la libertà." Una libertà, nel mio caso, tanto anelata, un bisogno primario. La mia chiave per la felicità.

Epicuro
É facile essere felici se sai come farlo
Newton Compton Editori
Euro 1,90


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"It's easy to be happy, if you know how to do it"... We would love it! I must admit, the title is very captivating. I think I've started to read it because of it, and well, it's spring, because of the butterflies in the Italian cover. But at the end, as far as we talk about epicureanism, I don't think Epicurus' philosophy is actually that kind of edonism we think about. No, he rather talk about being happy without our worthless needs take over us. A simple food can be equal to a food cooked by the best cooks, if only we know how to be happy. It's being satisfied with little things, no drug, sex and rock'n'roll. We need just wisdom, honesty and justice. These in our life and we will be happy. I admit, not so easy.
My favourite quote, maybe because I am one of the many thirty-year-old still living with my mum, is this: "The greater outcome of self-sufficiency is freedom." A desired freedom, for me, a basic need. My key for happiness.

Il giorno che trovai questo libro tra gli scaffali della biblioteca ero felicissima. Hemingway e Fitzgerald, la storia dell'amicizia tra i due scrittori che ammiro di più. Ebbene, a tutt'oggi, circa un'oretta dopo averlo finito, non ne sono più tanto sicura. Non so se avrei davvero voluto leggerlo.
Ma non tanto per il ritratto che fa del mio amatissimo Scott. Ma per la rabbia che mi ha fatto montare, e la delusione, verso Hemingway.
Il libro parte raccontando l'infanzia e l'adolescenza di entrambi. La solita infanzia infelice con una madre oppressiva (nel caso di Scott) e una molto dura (nel caso di Ernest). Fin qui tutto normale, gli studi e via discorrendo.
Già da giovani adulti iniziano le differenze. Hemingway parte per la guerra, finisce in Italia a lavorare per la Croce Rossa. Vede l'orrore della guerra, gli sparano e passa molto tempo in ospedale dove conosce Agnes, la prima donna di cui si sia innamorato. Scott invece si iscrive a Princeton. Diventa sottotenente ma non verrà mai spedito al fronte, passando mesi in Kansas, inattivo, e in Georgia, dove conoscerà Zelda.
Ma penso che sia meglio tagliare corto per arrivare al soggetto del libro, ovvero la loro amicizia. Sono gli anni Venti, Scott è uno scrittore ormai affermato, e si trova a Parigi dove ha conosciuto, tra le altre, Gertrude Stein. Gli capita di leggere i primi lavori di Ernest e lo raccomanda caldamente al suo editor, Maxwell Perkins. I due diventano amici, si frequentano, con Scott sempre più ammaliato dal suo amico e Ernest sempre più insofferente di questa idolatria. Il tempo passa e i ruoli si ribaltano; la carriera di Ernest diventa sempre più grandiosa, quella di Scott invece, dati soprattutto i suoi problemi con il bere, tende alla caduta libera. L'amicizia tra i due si spezza, Ernest evita più che può i contatti con colui che tanto si era prodigato per la sua carriera e, alla fine, non parteciperà nemmeno al suo funerale.
I ritratti che ne escono dal libro sono abbastanza chiari. Scott era un uomo fragile, talmente ossessionato dall'idea di essere un fallito da comportarsi espressamente in modo da dare agli altri quella impressione. Insieme, era sempre portato ad aiutare gli altri, a cercare la loro approvazione, a volte anche esagerando e superando i limiti. In fin dei conti, l'uomo fragile che era l'immagine di tanti dei suoi personaggi.
Dall'altra parte, Ernest appare esattamente come il macho che tutti immaginiamo. Concentrato sulla sua carriera e smanioso di successo, tanto da calpestare e gettare infamie su coloro che lo avevano aiutato. Gertrude Stein fu una delle sue vittime, come lo fu soprattutto Fitzgerald. Il libro è pieno delle lettere di Ernest a personaggi vari, in cui ha inventato particolari per screditarlo oppure cancellato volontariamente episodi in cui invece l'aiuto di Scott era stato determinante. Più Scott era ansioso di piacere all'amico, più Ernest sembrava voler infierire e distruggerlo. Emblematico il discorso del bere, con Ernest che continuava a scrivere a chiunque volesse leggere le sue lettere che il problema di Scott era il bere... sicuramente la verità, ma non si può certo dire che Hemingway sia passato alla storia come un astemio!
Sicuramente Scott aveva i suoi problemi, e quando beveva diventava molesto e irritante, ma non ha mai dato esempi di tale cattiveria.
E così, chiusa l'ultima pagina del libro, se la mia ammirazione e il mio amore per la figura di Francis Scott Fitzgerald sono accresciute, non posso certo dire lo stesso di Ernest Hemingway. Sicuramente diversissimi in tutto i due autori, stile letterario e personale, entrambi dei mostri sacri della letteratura, ma da oggi uno dei due, con la sua aria da spaccone, mi sta un po' meno simpatico.

Scott Donaldson
Hemingway contro Fitzgerald
edizioni e/o
Euro 16


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The day I found this book in my favourite library, I was super happy! Hemingway and Fitzgerald, the story of the friendship between the two writer I appreciate most. Well, today, an hour after I've finished it, I'm not so sure anymore. I don't relly know if I had to read it.
Not because the picture made of my beloved Scott. But because is born in me a rage, and a disappointment, for Hemingway. The book begins telling about their childhood and teenage years. The usual sad childhood with an oppressive mother (Scott) and a tough one (Hemingway). Pretty normal, studies and so on.
The differences start when they are young adults. Hemingway leaves for battlefield, he is in Italy working for the Red Cross. He knows the horror of war, is wounded by a shot and spends a lot of time in the hospital where he meets Agnes, the first woman he falls in love for.
Scott, instead, goes to Princeton. He becomes lieutenant junior grade but he'll never see a battlefield, spending months in Kansas, inactive, and in Georgia, where he meets Zelda.
I think it's better cut it off to arrive to the main subject, their friendship. Twenties, Scott is a well-known writer, and he is in Paris where he met Gertrude Stein. It happens he reads Ernest's works and put in a good word for him with his editor, Maxwell Perkins. Scott and Ernest become friends, they go out together, Scott fascinated by his new friend and Ernest is more and more intolerant to this "idolatry". Time psses by and the roles overturn; Ernest's career is rising, while Scott's one, because his alcoholic problems, falls over. The friendship is broken, Ernest avoids every contact  with the man who lavished so much for his career and, at the end, he will not even attend his funeral.
The pictures made by the book are pretty defined. Scott was a fragile man, obsessed by the idea to be a loser, to behave py purpose to give that impression. More, he was a very helpful person, looking for other people's praise, sometimes exagerating and exceeding the limits. When all is said and done, he was the fragile man, like a lot of his own characters.
Instead, Ernest looks like the macho we all imagine. Focused on his career and eager of success, he has no hesitation in trempling on and disparaging people who helped him. Gertrude Stein was one of his victims, as Fitzgerald. The book is full of letters written by Ernest to several addressees, where he invents events to give Scott a bad name or not mentioning by purpose facts in which the help of Scott was crucial. Looks like more Scott is keen to be approved by his friend, more Ernest acts cruelly. The subject of alcoholism is emblematic, Ernest keeps writing to everyone that the main problem of Scott is that he drinks too much... the truth, but it is the story of the pot calling the kettle back!
Scott had his problems, and when he was drunk he was annoying and irritating, but he's never been so rude and mean.
So, after the last page, if my love and admiration for Scott increases, I can't say the same about Hemingway. They are totally different, for writing and personal style, they are both legends, but from today one of them, with his braggart look, is less in my good graces.